giovedì 30 novembre 2017

Le prime società agricole, costruite sulle braccia delle donne

Forti le donne lo sono da sempre. Anche nelle ossa e nei... bicipiti, una caratteristica - quest'ultima - che in parte si è persa nel corso della Storia. Le analisi dei resti di contadine preistoriche, appartenute alle prime società
agricole, rivelano che gli arti superiori di queste lavoratrici erano più forti e abituati alla fatica di quelli delle atlete moderne, campionesse di canottaggio incluse.

Gli studi sulla transizione tra popolazioni di cacciatori raccoglitori e comunità agricole si concentrano di rado sull'elemento femminile. Si sa per esempio che le ossa maschili, quando le corse per la caccia diminuirono, si fecero meno arcuate e più flessibili. Quelle femminili non cambiarono granché: un dato che portava alcuni a credere che a sopportare la fatica fossero più che altro gli uomini.

ALLENATE ALLA FATICA. Si guardava alle ossa sbagliate: gli antropologi dell'Università di Cambridge (Inghilterra) hanno esaminato con sistemi di scansione laser 3D 89 tibie e 78 ossa degli avambracci di donne del Neolitico (5300-4600 a.C.), dell'Età del Bronzo (3200-1450 a.C.), dell'Età del Ferro (850 a.C. - 100 d.C.), e del Medioevo (800-850 d.C.) in Europa centrale. Le hanno confrontate con le ossa di gambe e braccia di studentesse campionesse di atletica, calcio e canottaggio, e si sono accorti che, se le ossa delle gambe non si erano modificate di molto, le ossa delle braccia delle donne preistoriche erano il 5-10% più forti di quelle delle atlete moderne.

MACCHINA PRODUTTIVA. Questo suggerisce una specializzazione nel lavoro manuale differenziato (trasporto di pesi, lavorazione della terra, macinazione dei cereali) rispetto agli uomini, che alternavano vita nei campi e caccia (o altre attività in cui contavano di più le gambe). La scoperta potrebbe spiegare anche l'origine della moderna osteoporosi: su creature evolutivamente pronte a sostenere lavori fisici importanti, la sedentarietà ha avuto effetti dannosi.

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