sabato 17 febbraio 2018

Gli eventi più sanguinosi della storia dell'umanità

In cima alla classifica dei periodi più cupi dell'umanità mettiamo, senza paura di sbagliare, la Seconda Guerra mondiale, con qualcosa come 70 milioni di morti. La lista delle atrocità umane è però lunga, e soprattutto controversa. Un
appassionato di storia, Matthew White, si è preso la briga di classificare le guerre e i crimini più efferati compiuti nel corso della Storia nel suo Libro nero dell'Umanità (Ponte alle Grazie), facendo quello che nessuno storico osa fare: raccontare le guerre partendo dal numero dei morti.
LA CONTA DEI MORTI. Oltre che ingrata, la questione è controversa. Occorrono infatti criteri condivisi perché, non sorprendetevi, non basta essere "morti ammazzati" per essere contati. Un esempio: uno dei "dati" più discussi è il numero dei morti del comunismo. Alcuni storici parlano di 100 milioni complessivi (sommando tutti i regimi), altri ne conteggiano molti meno (circa la metà). I primi contano anche chi è morto nella Seconda guerra mondiale e chi è deceduto per fame, carestia o malattia nei campi di lavoro. I secondi ritengono invece che quelle morti non siano direttamente imputabili al regime.

Gengis Khan
L'impero fondato da Gengis Khan nel 1206 è stato il più grande di tutti i tempi. Dopo avere unificato le tribù mongole, le condusse alla conquista della maggior parte dell'Asia centrale, della Cina, della Russia, della Persia, del Medio Oriente e di parte dell'Europa orientale.
LISTA NERA. Per sua stessa ammissione, il metodo di Matthew White per conteggiare i decessi è approssimativo: si è basato su dati raccolti anche da fonti non ufficiali e ha calcolato la mediana tra i valori più alti e quelli più bassi.

La sua classifica degli eventi più atroci della Storia vede dunque al primo posto la Seconda guerra mondiale. Al secondo posto le invasioni mongole di Gengis Khan, che nel Medioevo avrebbero lasciato sul campo 40 milioni di morti - a pari merito con la collettivizzazione forzata cinese (1949-76) voluta da Mao Zedong, fondatore della Repubblica Popolare cinese.

A seguire c'è la carestia indiana causata a più riprese (1769-70, 1876-79, 1896-1900) dalle politiche economiche e amministrative britanniche, che costò la vita a 27 milioni di cittadini del vastissimo impero del Regno Unito. E, quasi a pari merito, il collasso della dinastia Ming (1635-1662) che lasciò sul campo 25 milioni di cinesi.

A seguire: la guerra civile dei Taiping (1850-64), in Cina, nata come insurrezione contro la dinastia Qing e degenerata in scontro civile, fu un'ecatombe da 20 milioni di morti, e subito dopo (nella classifica) l'epoca buia di Stalin, che in Unione Sovietica, dal 1928 al 1954 costarono la vita, sempre secondo White, ad almeno 16 milioni di persone. 

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